Dalla panchina del ristorante caffetteria Balthazar
Ho appena ricevuto una telefonata da un mio carissimo amico e come ogni volta dopo i saluti di rito, siamo lentamente scivolati a parlare di lavoro . Italo, grazie ai suoi innumerevoli viaggi di ricerca in ogni parte del mondo, oltre ad essere un vero esperto di prodotti che gravitano attorno al “ pianeta fashion”, e` proprietario di uno dei piu` innovativi negozi di abbigliamento e accessori che ci siano in Italia . A detta di tutti coloro che di moda ne capiscono , il suo showroom ( lui lo chiama cosi`) non sfigurerebbe affatto in una strada delle principali capitali mondiali della moda . Purtroppo per lui , il suo negozio , e` in una piccola citta` del Nordest italiano dove tra l`altro , l`angolo visivo per molti dei locali e` limitato dall`angolazione del paraocchi.
Torniamo alla telefonata : Italo , mi raccontava che era appena tornato da Berlino dove aveva visitato il Bread & Butter, una delle piu` importanti fiere europee del settore.Anche stavolta , aveva incontrato le solite facce che ormai da quasi quarantanni , passando da una azienda all`altra e galleggiando tra auto aziendali e bonuses (molti di questi , risultato di fatturati drogati e di alchimie contabili), si ostinano a ‘restare in pista”; muovendosi ormai , con la sola forza d`inerzia e speranzosi di arrivare prima o poi alla pensione(qualcuno di questi, gioca ancora a fare il ventenne di buone promesse ).
Gia` sapendo dove saremmo andati a parare , gli ho chiesto come aveva trovato la fiera e la frase con cui mi ha risposto lasciadomi sconcertato, e` stata : ho avuto l`impressione che un 30% degli espositori facessero a gara a chi ce l`aveva piu` lungo , mentre il rimanente 70% erano come dei pesci fuori dal loro ambiente naturale , “boccheggianti”. Questo tipo di “misurazioni “ c`e` sempre stato , pensavo pero` che la crisi economica degli ultimi anni , unita al minore potere d`acquisto da parte dei consumatori, avesse fatto aprire gli occhi ai “famosi managers" di cui sopra .Invece , pur non essendoci stato di persona, ho capito da queste poche parole , che la miopia che caratterizzava queste "giovani promesse" , e` addirittura peggiorata e rischia presto, di trasformarsi in cataratta .
Dico questo , perche` non c`e` alcun dubbio , che negli ultimi tre anni , le cose siano cambiate parecchio , per cui , pensare di gestire il posizionamento, la promozione e la vendita di un prodotto, con strategie obsolete e fuori da ogni moderna logica commerciale, e` di sicuro un hara-kiri . I riti della moda, le processioni delle sue sfilate, le visite al santuario delle fiere , i gran sacerdoti ultraottantenni che parlano di futuro , le cappelle votive che comunicano il marchio posizionate nei cosiddetti punti strategici , tutto questo , assomiglia sempre di piu` ad una religione con le sue liturgie, con messe cantate , celebrate da sacerdoti imbolsiti, che predicano al nulla .
Non se ne puo` piu`!!!!!!!!!!
Personalmente, mi ritengo una persona fortunata (anche se ritengo , che dobbiamo metterci anche del nostro per farla apparire ) e sapendo che la fortuna puo` essere dietro ad ogni angolo , in certe situazioni, bisogna avere il coraggio di svoltare . Ho iniziato a lavorare in questo settore, con una delle aziende piu` innovative che si potesse immaginare allora e tuttora, ho il privilegio , di vivere in una delle citta` che per quanto riguarda la moda, e` considerata da tutti gli addetti , tra quelle piu` all`avanguardia a livello mondiale.
Barneys NY |
Pero`, l`enorme quantita` di informazioni che questa citta` offre, porta in maniera netta a fare delle scelte decise . Questo tipo di approccio , mi ha fatto maturare parecchio e ho capito che , per comprendere quello che un fotografo o un pittore vogliono comunicare attraverso i loro lavori, si deve essere in grado di individuare e capire il significato dei dettagli; sono i dettagli ,che rendono quella foto o quel dipinto unici.
Utilizzo questi riferimenti , perche` nonostante tutti i miei sforzi per cercare di capire il quadro attuale del sistema moda ,non riesco a vedere nessuna innovazione. La confusione dei dettagli , che nulla hanno a vedere con il soggetto del quadro stesso , mi fanno pensare, di essere davanti ad una di quelle “croste “ che si trovano nei mercatini dell`usato !
Utilizzo questi riferimenti , perche` nonostante tutti i miei sforzi per cercare di capire il quadro attuale del sistema moda ,non riesco a vedere nessuna innovazione. La confusione dei dettagli , che nulla hanno a vedere con il soggetto del quadro stesso , mi fanno pensare, di essere davanti ad una di quelle “croste “ che si trovano nei mercatini dell`usato !
(i piu`stagionati si ricorderanno di sicuro il quadro di Teomondo Scrofalo , che Ezio Greggio proponeva trentanni fa agli improbabili acquirenti al Drive In di Italia 1, spacciandolo per un capolavoro).
Capolavoro di Teomondo Scrofalo |
Trentanni di porte sbattute in faccia , uniti ad una naturale curiosita` di fondo, hanno inoltre affinato, le mie capacita` di osservazione e pur non essendo piu` coinvolto quotidianamente in alcuna attivita` legata all`abbigliamento, continuo comunque a tenermi in esercizio .
Per questo , almeno una/due volte alla settimana ( deformazione professionale che non sono ancora riuscito a togliermi ), sbircio all`interno dei negozi di tendenza della citta` in cui vivo, per cercare di capire se stiano lavorando o meno , e la cosa strana che ho notato, e` che le uniche occasioni dove c`e` del “movimento” all`interno dei negozi che ho posto sotto osservazione , e` quando questi , sono nel periodo dei saldi .
Per cui la domanda sorge spontanea : cos`e` cambiato rispetto agli anni d`oro ?
Se oggi i consumatori che comprano a prezzo pieno sono pochissimi, i casi potrebbero essere solo due .
1)alla gente l`abbigliamento non interessa piu` come prima (ma allora perche`fanno la coda quando ci sono i saldi ?) 2)la costruzione dei prezzi da parte delle aziende e` sbagliata, la conseguente percezione del valore del singolo capo , da parte del consumatore finale, penalizza le vendite !
Personalmente propendo per la seconda delle ipotesi !
Una vecchia Singer |
Ragionando sul concetto di cui sopra, le domande che mi frullano in testa sono molte , ma le principali sono le seguenti :
-quanto, di quello che viene speso per far vedere chi lo ha piu` lungo , viene scaricato sulle spalle del consumatore ? -qual`e` il vantaggio dell`azienda x o y spendere milioni di Euro o USD per cercare di convincere un negoziante a comprare il loro marchio?
-perche` si continua ad investire milioni di Euro o USD a convincere il negoziante in questione, se poi in stagione , nessuno entra nel negozio dello stesso, finche `non arriva il periodo dei saldi ?
Nel secolo di Internet (e di tutti i forum ad esso collegati ) ritengo infatti molto piu` intelligente , un investimento mirato sui punti vendita che l`azienda x o y hanno selezionato per promuovere e vendere i loro prodotti, veicolando il traffico dei consumatori attraverso un uso sapiente della tecnologia .I consumatori oggi , si parlano direttamente , comunicandosi sensazioni, suggerimenti , consigli , tendenze, senza che ci siano filtri di mezzo.
Un esempio : un paio di giorni fa sul WSJ c`era un articolo che parlava delle vendite di jeans . Ne faccio riferimento , perche` il dato che mi ha colpito di piu ` di questo lungo articolo e’ che : ogni 100 jeans venduti negli USA , solo 1 di questi costa piu` di 50 usd .
Americans bought $13.8 billion of men's and women's jeans in the year ended April 30, according to market-research firm NPD Group. But only about 1% of jeans sold in the U.S. over that year cost more than $50
Ho fatto un retweet dell`articolo in questione e dopo circa 10 minuti , avevo gia` ricevuto 5 telefonate di amici che lavorano nel settore, che ne volevano parlare . Inconsapevolmente , ho creato un forum di discussione per approfondire i contenuti dell`articolo in questione ( ho appena visto che anche La Repubblica lo ha pubblicato).
Jeans |
Tornando al fashion e facendo riferimento all`articolo di cui sopra, la cosa strana, e` che la stragrande maggioranza di coloro che sono proprietari di una qualsiasi azienda di abbigliamento, o semplicemente ci lavorano , si sentono e si presentano come degli epigoni di Coco Chanel o di L.Vuitton, anche se producono delle TShirts made in Bangladesh .
Considerando quanto appena affermato , non si puo` fare a meno di ragionare su quello che a mio avviso , e` il punto fondamentale dell`intero concetto : ma l’abbigliamento, ed il modo con cui viene comunicato , e` davvero cosi` importante come lo vogliamo far credere ? Non e` che , soprattutto nelle societa` avanzate , il bisogno del marchio o di un determinato prodotto si e`spostato in oggetti che nulla hanno a che fare con l`abbigliamento ?
Ritengo di si`, ed e` per questo , che sono sempre piu` convinto , che affrontare un mercato in rapidissima evoluzione, con idee e strategie legate ad un periodo storico che non c’e` piu`, sara` fallimentare per tutti.
Open Air Boutique |
Sono un consumatore moderno e quando devo effettuare un acquisto , mi trovo sempre piu` spesso a valutare prima di ogni altra cosa, la credibilita` di chi me lo propone. Essere credibili , sara`la chiave di volta per poter parlare con qualcuno che condivide le stesse passioni e gli stessi gusti .
Tornando a Internet : come e` possibile che persone che a malapena sanno accendere un computer, siano responsabili delle strategie di comunicazione ? Con che linguaggio vogliono parlare ai moderni consumatori ; con una fiera , con un editoriale , con un product placement alla svampita del momento ? Conosco decine di persone che nel settore moda lavorano con con passione e dedizione, e posso affermare senza timore di essere smentito , che mai come oggi i sottoposti sono piu` capaci dei loro capi . Mi auguro, che i visionari che ho conosciuto, si sveglino dal torpore causato dai fatturati e diano a questi nuovi operatori la possibilita` di spiegare le ali e come qualche anno fa , torneranno a "volare" anche loro .
Uno dei migliori posti dove si possono osservare e interpretare i dettagli di cui parlavo, sono le panchine del ristorante Balthazar in Spring St. . Per cui ,entrate nella caffetteria e dopo che siete usciti con il vs caffe` in mano (attenzione che e` bollente) sedetevi , rilassatevi e… mentre vi gusterete il forte aroma di Arabica, godetevi lo spettacolo del mondo che vi passa davanti .
Uno dei migliori posti dove si possono osservare e interpretare i dettagli di cui parlavo, sono le panchine del ristorante Balthazar in Spring St. . Per cui ,entrate nella caffetteria e dopo che siete usciti con il vs caffe` in mano (attenzione che e` bollente) sedetevi , rilassatevi e… mentre vi gusterete il forte aroma di Arabica, godetevi lo spettacolo del mondo che vi passa davanti .
Dimenticavo : oltre a guardare come sono vestiti , controllate anche le shopping bags che hanno in mano !!!!!
Vi lascio , ricordandovi che per fortuna , i veri problemi della vita sono altri . Per cui facciamoci una risata "fashion" sopra e......vado a bermi un bicchiere di vino bianco alla salute di tutti voi !!!!
Alla prossimaSon sicuro che torneremo presto sull`argomento
Besos
Tanti anni fa ho fatto la scelta sbagliata: sarei dovuta venire a lavorare con te...
ReplyDeleteAvrei imparato moltissime cose.
Però mai dire mai... :-)
Bellissimo ed interessantissimo post.
Commento di "Mario"
ReplyDeleteCiao twin Dan,
ho appena letto il tuo articolo sulla moda "dalla panchina". Io non sono mai stata una addetta ai lavori come te, ma ,da consumatrice ,concordo con le tue idee esposte nell'articolo. Venerdi scorso ero nella boutique Prada a Venezia, accompagnavo una mia amica che voleva comprare una borsa e delle scarpe (ovvio),e mi sono messa a ridere da sola, come una pazza, dato che il negozio era pieno di gente (dato che c'erano il saldi), ma interessati solo all'acquisto di borse, scarpe, accessori....e cmq, tutti i vestiti esposti per la vendita erano rigorosamente di colore nero !!! Quelli "di stagione", improponibili, scontati del 50% erano tutti sugli stendini, invenduti . Stessa scenetta in altre boutiques veneziane di griffes molto importanti nel settore moda-luxury.. Ormai, la moda è fatta solo dagli accessori. A parte le poche vere fashion victims...la gente è stufa di spendere cifre assurde per abbigliamento confezionato a Taiwan, Bangladesh o Romania........ La mia personale opinione è che sono "solo" i details ad essere importanti e fondamentali, non solo nella moda, ma in tutte le sfere della vita. Per me è sempre stato cosi' . Ma bisogna "saper vedere" i particolari. ( La vera arte ne è una conferma. Non il marketing nell'arte....) Purtroppo, la gente guarda, ma non vede !!!! Ascolta, ma non sente !!!! Parla, ma non comunica !!! Questo secondo me è il vero problema. Perchè tutto cio' porta ad essere insensibili. Insensibili alla vita. Il mondo è un pieno di ciechi, sordi, muti ed anafettivi. E le nuove tecnologie accelerano questa "involuzione umana". Saro' vecchio stampo. Saro' "a-tipica", come tu mi hai definito. Ma sto di gran lunga meglio alla larga da tutta questi "mutanti"......... Cacchio, mi sa tanto che sono nata nel periodo sbagliato......mannaggia a me, Mariolino..... Ma, per fortuna, riesco sempre a trovare qualcuno che condivide le mie idee. Perchè la cosa importante è poter condividere. I wish you a great Sunday in NYC.
Commento di Italo
ReplyDeleteCaro Danilo
ecco il mio parere, essendo io l'interlocutore telefonico non trovo le parole per esprimere un giudizio articolato ma ho l'unica parola che puo' esprimere il mio giudizio "SUBLIME" pieno di lucidita' lungimirante e di verita' che sara' visibile solo a partire dalla fine del 2012 almeno in Europa/Italia xche' solo a quella data si vedra' chi l'avra' più' lungo!!!!
Sono certo che sara' corto purtoppo per tutti
Commento di Andrea P.
ReplyDeleteCiao Danilo
Dalla Cina non riesco a postare I'll mio commento sul blog. Il tuo scritto e' fantastico , hai riassunto quello che anche io penso, con forza e chiarezza.
Mentre leggevo la prima parte sulla fiera bread and butter pensavo ai manager e improvvisamente I'll tuo articolo comincia a parlare della pericolosita' di questi. E mentre leggevo quello che scrivi sull'avvento dei manager in azienda, pensavo alle forme obsolete e noiose di posizionamento ed ecco che parli di questo e cosi' via. Leggevo I miei pensieri nelle tue sudate e sentite carte, nella stessa sequenza !
Mentre leggevo, inoltre, ricordavo quando a soli dieci anni sgranavo I miei occhi di fanciullo mentre vedevo nascere nella taverna di mio zio I primi campionari della azienda tutto verde (parliamo primi anni 70). Ero piccolo ma quelle sensazioni forti davanti ad un prodotto che non si era mai visto e che era accessibile a tutti pur essendo di modernita' assoluta (chissa' perche' le cose nuove adesso devono essere elitarie?) non le dimentichero' mai.
Al tempo si parlava di abbigliamento, dieci anni dopo di moda, adesso di fashion!!! Ma che c....!
Tutta maniera e niente contenuto.
La pensiamo allo stesso modo non perche' siamo fuori dal mondo dell'abbigliamento ma perche' ci siamo stati dentro tanti anni e sinceramente, queste cose le pensavo anche quando affogavo nell'incenso dei meeting strategici.
Ahime' anche io sono stato un manager ma posso dirlo con grande fierezza, fuori dagli schemi, per citare uno dei piu' noti AD italiani e mio ex collega...con talento ma indisciplinato...perche' dicevo quello che pensavo e perche' ho sempre rischiato per portare aventi, nel possibile, le mie IDEE.
Su una cosa non sono sicuro, I'll prezzo che vince su tutto. Iphone allora sarebbe morto. Una azienda deve essere credibile, deve trasudare valori , deve essere onesta in quello che fa, ma al centro deve tornare I'll prodotto ed I suoi contenuti veri, materiali, design, innovazione e tradizione.
Oggi, mancano idee, intuizioni. Queste, non si costruiscono in laboratorio ma vivendo in mezzo alla gente, ascoltandola, guardandola. Se possibile da un tavolino di un bar di NY dove ti passa davanti I'll mondo e non dalla asettica stanza di un albergo di Fuzhou dove mi trovo!
E soprattutto perche' manca il cuore, il prodotto e con esso l'innovazione, un corretto posizionamento di prezzo che se e' contabilmente corretto , troppo spesso e' alto per scontare le spese necessarie per mantenere i carrozzoni pieni di costosi incompetenti (ghe ne' na riga...).
Giovani e puri talenti , vengono regolarmente oppressi (perche' ritenuti pericolosi o completamente incompresi) dall'arrivismo di valletti da strapazzo che hanno imparato a memoria le cerimonie di corte ma che non si accorgono che fuori dalle mura dorate sta montando la rivoluzione. Che stordiscono i Re Sole !
Cosi' anche vecchie saggezze e competenze vengono perse e ritenute inutili perche' non funzionali all'ebtda ....almeno I nostri veci parlavano di faturato con una t sola !
Le aziende, devono tornare ad essere posti di lavoro dove si respira rispetto ed allegria, senza riti. cerimonie e soprattutto senza santuari autocelebrativi colmi di madame di corte che occupano Il loro tempo tra la messe cantate ed HR department a litigare perche' non hanno ancora ricevuto lo strategico telefonino aziendale di ultima generazione
E' tempo di cominciare!
IL CORAGGIO DI TENERE GLI OCCHI APERTI Caro Danilo, sono rientrato ieri dal B&B dove come al solito ho avuto la fortuna di incontrare Italo, da me sempre chiamato THE LEGEND. Lui, come Te, e' un pensatore e viene dalla scuola dei grandi camminatori, laureati e con continui Masters all'Universita' della strada ...perche' la strada e' il vs ufficio. Di chi ha capito, sin da sempre, che le cose succedono fuori dai palazzi e non dentro i palazzi. Di chi ha il coraggio di dire le cose, ma ancora di piu', di chi ha IL CORAGGIO DI TENERE GLI OCCHI APERTI. Questa e' stata la mia impressione dopo la visita al B&B, Una quantita' di gente che parla, si muove, "pontifica" guidando la macchina del "fashion" ad occhi chiusi e non occorre essere veggenti per capire cosa succedera.... Il "fashion" non morira, mai, ma ha bisogno di una sola cosa : la "CREDIBILITA". Una credibilita' che non viene imposta ma che ti viene riconosciuta. Una credibilita' che dovra' ripartire da quei due pilastri su cui il "fashion" ha saputo costruirsi: PRODOTTO/PERSONE con l'iniezione di quello che oggi e' il carburante della crescita personale e del business: la CULTURA e quella non si compra in bustine da DUANE READE...(sono le nostre farmacie)...
ReplyDeleteA presto x le strade di NYC....e grazie come al solito per stimolarci tutti a fare quello che tutti dovrebbero fare: PENSARE. Maurizio
Ciao Danilo,
ReplyDeletele tue parole sono soavi per un giovane che si accinge nel settore. Non starò qui a sbandierare tanti fronzoli, mi piacerebbe giungere subito al dunque. Tanto per farti capire ho 23 anni, sono laureata alla triennale di design presso il politecnico di milano e non mi sento di certo un esperta del settore;le mie conoscenze di manager o posizionamenti commerciali sono pressochè relative ma senza dubbio l'idea che il mondo della moda sia una piscina piena di squali pronti ad azzanarsi mi è stata da subito ben chiara. Dalle tue parole posso dedurre che questo sistema obsoleto e con problemi di vista sia dovuto essenzialmente( e come tu dici) dal punto di vista. Sostanzialmente ciò che ha fatto crescere il sistema è stato il grande margine di profitto che è nato negli anni d'oro del made in italy, dell'avvento dell'immagine come must d'apparenza, dalla rinascita economica e chi più ne ha più ne metta. Il problema è nato quando il "nuovo settore "ha prodotto un incremento drastico a scopo di lucro e a scapito della qualità. Una terribile massificazione di una sempilice e quanto più bella e accessibile a chiunque, forma d'arte e di comunicazione. Ciò che mi ha spinto in questo settore non è di certo l'idea del guadagno ma è di poter esprimere le mie idee. Permettimi il lusso di paragonare quest'estetica ad una forma d'arte. Ad esempio, qualche giorno fa sono stata all'esposizione di madame grès al museo bourdelle di parigi. Vi sono esposti tutti i capolavori di questa grande couturie che nasce povera in canna ma con la capacità di lavorare il tessuto come uno scultore fa con la pietra; e mentre ero li paralizzata ad osservare con quanta abilità questa piccola signora creasse questi capolavori mi sono convinta sempre di più che il successo ed il riconoscimento nascono da una sola cosa: la passione. E credo che questo continuo "stupro" dell'ambito a scopo di fama o di denaro lo stia sminuendo.Un tempo era l'arte ora è la moda, semplicemente perchè chiunque si deve vestire ed è un vantaggio per chi vuole fare soldi. Sorvolando il discorso dei saldi che è praticamente scontato, apparte quei pochi dell'olimpo a cui non fa un baffo delapidare i soldi del paparino,la gente è stufa di pagare un prodotto così tanto senza capire veramente il motivo per cui lo paga ed ecco spiegato il motivo per cui vedi processioni davanti i negozi al momento delle svendite. Sostanzialmente ciò di cui queste grandi teste stanno perdendo di vista è proprio questo, il modo di vestire per quanto"fashion" possa essere non può essere controllato tanto meno inquadrato, ti dice niente la toria del gocciolamento di george simmel?
l'avvento dei blog,della comunicazione web che è decisamente più estesa di un editorial o di runway show hanno reso la cosa a dir poco esponenziale.Per non parlare di questi pseudo fotografi super cool, di questi sfigati che si fanno gli autoscatti per mostrare il loro outfit.Ciò che noto è un forte bisogn di identificazione che non è più attraverso un marchio ma è attraverso il "proprio, singolo e particolare" punto di vista. A uo modo anche questa è una forma di credibilità. Concordo anche nel fatto che molti sottoposti siano di gran lunga più capaci dei capi, ed è il motivo per il quale sfuttano così tanto i giovani tramite gli stage senza dagli prospettiva di fututo, senza credere veramente in loro. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a viaggiare a conoscere il mondo tramite i miei occhi e le mie esperienze. Ho visto che l'estero sicuramente incentiva di più il giovane che si mette alla prova a discapito di qualsiasi referenza, curriculum pedagogico o esperienze mirabili. Si tratta di buona e genuina voglia di fare, di credibilità e di dedizione. Purtroppo ciò che rende assopiti la maggior parte dei giovani è il sentirti torpate le ali ancor prima di tuffarsi fuori dal nido. Io non mi scoraggio, ho capito che prima di demoralizzarsi bisogna almeno provarci per poi dire "ok, non fa per me". E questo è un consiglio che do a tutti i miei coetanei e non solo. Un grande pensatore e amante della vita diceva "La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente. L'immaginazione è più importante della conoscenza."A.Einstein. PS solo in una cosa mi trovo ad avere un parere differente, io opto per il bicchiere di rosso!
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