Saturday, November 3, 2012

I cinque giorni che sconvolsero NY- Martedi 30 ottobre


NYC 30 Ottobre 2012

La cosa che piu` colpisce, e` il rumore del ……silenzio.



L`alba del dopo Sandy ( qualcuno ieri sera diceva che sia stato in assoluto l`uragano  piu` potente tra quelli sinora registrati), mi trova a dover fare i conti con una situazione a cui non sono  abituato.
Il silenzio, un silenzio  totale che avvolge tutto e che da eri sera intorno alle 9.00 , dopo che  la forza distruttrice dell`uragano ha forzatamente costretto ad andare a  dormire la citta` che non dorme mai , ha azzerato completamente i suoni creati dagli uomini.
Io, come credo tutti quelli che abitano nelle zone circostanti la mia, della violenza dell`uragano, non me ne sono neanche accorto. A parte qualche rabbiosa, ma sporadica raffica di vento che trascinava sull`asfalto qualche lamiera divelta dai suoi infissi, l`uragano e` passato di qui senza fare troppo rumore.

Mentre sto scrivendo grazie alla debole  luce della  candela, mi viene in mente  Giulio, uno dei  protagonisti del libro Cuore (reminiscenza delle letture  delle elementari) e aspettando che il caffe` sia pronto (per fortuna acqua e gas non li hanno tagliati) guardo la luce azzurra che a distanza di un metro mi rassicura, che qualcosa ancora funziona .

Ondeggiando nervosamente, la fiammella della candela illumina i biscotti che ad uno ad uno intingo nel caffelatte,  caldo come non mai. Me lo sto gustando con piacere e penso, che  tutte le nostre certezze possono essere sciacquate via in pochi istanti, lasciandoci con il culo per terra.

Ieri, eravamo tutti indaffarati a prepararci per l`arrivo dell`uragano , ma sino ad un paio di giorni fa, tutto era “sotto controllo”, Internet guidava le nostre vite e ci sentivamo onnipotenti, invincibili. Stamattina invece, siamo tutti come quei poveri pescatori caraibici che da generazioni vivono in una baracca coscienti che la loro casa, puo` essere spazzata via ogni anno dalla violenza della natura.

Grazie agli insegnamenti di mio padre ( nato un paio di anni dopo la fine della 1ma Guerra mondiale e investito nel fiore dei suoi anni dalla violenza dell 2nda), nei miei comportamenti quotidiani, cerco di sprecare il meno possibile, mi sono accorto pero`,  che da ieri sera  faccio molta piu` attenzione a non consumare nulla in piu` di quello che serve (pur essendo passate solo poche ore dalla sospensione della corrente elettrica ho gia` iniziato a riciclare I cerini per accendere le candele).

Ce lo dovremmo ricordare piu` spesso che lo spreco di qualsiasi risorsa e` un danno che prima che agli altri, provochiamo a noi stessi . Una sirena dei pompieri in lontananza rompe il muro del silenzio che sta assordando questa parte di citta`. Prima che saltassero anche i collegamenti telefonici , ero venuto a sapere che buona parte del Lower East Side, di Battery Bark e della zona adiacente Wall street stavano per essere raggiunte da un`onda di marea alta almeno 6 metri. Sono certo, che l`erogazione dell`energia elettrica e` stata sospesa causa della marea. Dico questo , perche` ieri sera dalle parti di Battery Park ho visto che l`argine artificiale fatto con I sacchetti di sabbia era alto non piu` di 20/30cm .Neanche a Venezia, dove il massimo della marea e` di un un metro e mezzo, mettono dei ripari così bassi.

Quartiere di Battery Park
Sono ormai le 6 del mattino; con le nuove tecnologie, ero abituato che ogni giorno a quest'ora, mi leggevo  on line i principali quotidiani internazionali per informarmi su cosa succede al mondo, ma stamattina, sono già in astinenza, con l`aggravante che non so neanche cosa stia succedendo intorno a casa mia. Fuori, e` ancora buio, la voglia di uscire a dare un`occhiata, a scattare qualche foto ma soprattutto per  capire cosa sia successo , sta prendendo il sopravvento sulla  quella di scrivere (dovrei comunque scrivere più spesso) e finalmente mi decido.
L`acqua calda che esce dalla doccia  mi rassicura poco, so perfettamente che se la situazione dovesse continuare cosi`, mi dovro` abituare a lavarmi con l`acqua fredda. Mi vesto e gurdando fuori dalle finestre, mi accorbo che il tenue chiarore dell`alba che stava arrivando, e` stato oscurato da una spessa coltre nera di nubi. E` piu` buio di prima, come se qualche inserviente di un gigantesco teatro, avesse fatto scendere un sipario di un pesante velluto nero. Agitandosi, la fiamma della candela continua a farmi compagnia.
Non posso non pensare a come si devono essere sentiti I primi umani che son riusciti a dominare il fuoco. Da allora, di strada ne abbiamo fatta parecchia; siamo andati e tornati sulla luna, la vita media degli abitanti dei paesi industrializzati e` praticamente raddoppiata ed  il mondo e` collegato in diretta 24 ore al giorno, ma quando la natura fa il suo corso, e annulla tutte le nostre certezze, abbiamo bisogno di questo piccolo segnale , di una luce tremolante che ci faccia sentire vivi e se non fosse per le luci dei lampeggianti che ogni tanto tagliano il buio, farei  fatica a scorgere le line del palazzo che dista una decina di metri da casa mia. 


Ormai sono vestito, per cui scendo. Appena  il portone del palazzo continuando la sua corsa, si chiude delicatamente alle mie spalle, una lama di luce proveniente da una macchina della polizia mi trapassa mentre  mi accingo ad attraversare la strada ed in questa frazione di secondo, vedo fugacemente un paio di  persone stanno camminando radenti ai muri  in senso contrario .
Sono praticamente dentro ad una delle pagine del libro di McCormack “the Road”. Non fosse per la dimestichezza che ho con l`incrocio, non saprei dove e` il Sud.


Manhattan e` un`isola e con la chiusura dei “bridges & tunnels” , ci hanno  praticamente sigillato dentro I suoi confini. I confini di un gigantesco set cinematografico  all`aria aperta e son quasi sicuro che tra poco, girando ad un angolo di Broadway  incontrero`  Jena Plissken e the Duke del famoso film di Carpenter .

Invece nulla, sono praticamente da solo. Continuando per un paio di isolati verso sud, vedo che la luce che trapassa le  nubi ancora gravide di pioggia, sta gradatamente schiarendo il cielo, che  da nero pece  sta diventando di un grigio piombo. E` un cielo pesante, carico ancora di incognite.



Giro verso l`East Side,e grazie alla luce che adesso ha assunto i toni freddi del neon, inizio a vedere chiaramente cosa e` successo. Da come sono messe alcune automobile in mezzo alla strada e sui marciapiedi,capisco subito che la marea e` arrivata sino a qui, alla centrale  elettrica di Avenyue C e 14ma, alcuni operai della Coned  mi dicono che a causa dell`acqua, uno dei trasformatori della centrale e` saltato in aria.
Lafayette st 
Prince st
bowery

Bowery Shelter









La causa del gigantesco black out che ha praticamente messo al buio almeno 2/3 dell`isola e` stata di sicuro questa
Esterno della centrale elettrica
Ave C

Ave C

Ave C




14th Street looking West
ConEd in Union Square 
ConEd Workers

Domani vi aggiornerò su quanto visto nel corso del mio peregrinare da Union Square in direzione Chelsea e Tribeca 

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